1989 - 1990



Durante il periodo di studio all’accademia di belle arti frequento principalmente alvise guadagnino (elvis) e antonella potente.

Passiamo pomeriggi interi ad ascoltare musica, bere, fumare.
Registriamo ore e ore di improvisazioni musicali usando strumenti elettronici poveri: una tastiera Casio campionatore sk1 una chitarra microfoni dentro vasi di vetro, sottofondi di vinili strisciatissimi con favole per bambini, corsi di inglese, registrazioni radiofoniche onde medie, alcuni effetti distorsori, echo digitale flanger e un per un breve periodo un fantomatico effetto tipo “sirena” di proprietà Luigi Nono mai funzionato soddisfacentemente restituito bruciato!
Non avevamo un vero microfono, in realtà non era poi così indispensabile, ricordo che in alcuni pezzi cantati (recitati) usavamo connettere le cuffie hi-fi all'entrata microfonica dell'amplificatore usandole così come microfono. Il risultato era una voce nasale e molto lontana data la lieve potenza di segnale delle “cuffiemicro” dovevamo alzare moltissimo il livello di registrazione creando un fortissimo fruscio e brusio vario di sottofondo.
Il tutto era registrato su audio cassette a nastro con sistemi empirici riuscivamo anche creare dei multitraccia. Per sovrapporre traccia su traccia riversavamo la base in un canale (destro) e la nuova traccia sul sinistro, poi il tutto veniva ri-riversato sul destro e aggiunta una nuova traccia sul sinistro e così via anche per decine di volte, ovviamente il risultato finale era quello di un intruglio di suoni impastati tra loro, ricchi di fruscio, dove le prime basi lontane si perdevano.
Da queste grosse pecche tecnologiche e dalla povertà di mezzi per effettuare queste registrazioni ne abbiamo fatto un pregio, una ragione, una filosofia, un modo di fare: qui nasce il manifesto tecnofobico...Quello che oggi chiamiamo low-fi!

(continua qui)